Sorbetti, granite, gremolate, grattachecche, ghiacciate. Il mondo del freddo dell’estate si tinge di molte preparazioni diverse. Un classico antichissimo è la ghiacciata, che si prepara frantumando il ghiaccio con l’apposito tritaghiaccio, oppure con un batticarne sotto a un panno. Su questa base, posta in un bicchiere, si versa uno sciroppo e il gioco è fatto.
A Roma questa preparazione prende il nome di grattachecca (la “checca” è il nome del blocco di ghiaccio dal quale viene ricavata la base su cui versare sciroppi o anche pezzi di frutta fresca) e ancora è un rito a darsela a gustare nei chioschi sparsi per la Capitale.
Occhio, quindi, a non fare confusione con la granita o con la gremolata, che sono realizzate, rispettivamente, col succo o con la polpa della frutta mescolate con acqua e zucchero: una differenza sostanziale con la grattachecca dove il freddo e il sapore sono due cose distinte e non integrate fra loro.
Altra cosa è ancora il sorbetto, già conosciuto ai tempi dei romani, ma introdotto in forme ancora più sofisticate dagli arabi in Sicilia, nel quale la grana finissima si presta ad accogliere frutta, ma anche vini, liquori, o lo stesso cacao.