Perché si chiama bresaola

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    Monica Rizzo
    Monica Rizzo
    Cresciuta a pane e ristoranti (letteralmente) ho scoperto presto il mondo del cibo e della cucina. Spadellatrice seriale, i miei studi alberghieri hanno affinato le mie tecniche e le mie conoscenze. Oggi finalmente posso mettere a disposizione tutto quello che ho imparato con chi come me ama cucinare. Pronti a scoprire segreti e tips per rendere perfetti i vostri piatti? E allora seguite la mia rubrica “Trucchi e consigli”.

    Perché si chiama bresaola? La domanda può sembrare semplice, ma nasconde una storia affascinante che affonda le radici nella tradizione culinaria italiana, in particolare quella della Valtellina, una valle alpina della Lombardia. Conoscere l’origine del nome di questo prelibato salume non solo arricchisce la nostra cultura gastronomica, ma ci permette anche di apprezzare maggiormente il prodotto, comprendendo il legame con il suo territorio di origine. La bresaola è molto più di un semplice ingrediente; è un simbolo di tradizione, qualità e dedizione. Scoprire perché si chiama così è un viaggio affascinante nel mondo dell’enogastronomia italiana.

    Perché si chiama bresaola?

    La bresaola è un salume magro, tipico della Valtellina, ottenuto dalla salatura e stagionatura dell’arista di manzo, sebbene possano essere utilizzate anche altre parti del bovino. Il nome "bresaola" ha origini antiche e la sua etimologia è oggetto di interesse per molti appassionati di gastronomia.

    Il termine bresaola potrebbe derivare dal dialetto locale "brisa", che indica una salamoia o marinatura utilizzata nella preparazione di questo salume. Un’altra teoria suggerisce che il nome derivi da "brasa", termine lombardo che fa riferimento alle braci utilizzate in passato per asciugare e affumicare la carne durante il processo di stagionatura. Questo metodo, sebbene non più utilizzato nella produzione moderna, avrebbe lasciato il segno nel nome del prodotto.

    La bresaola si distingue per il suo colore rosso scuro, la consistenza morbida e il gusto delicato ma caratteristico, risultato di un’accurata selezione delle carni e di un processo di stagionatura che può durare diversi mesi. È apprezzata non solo per il suo sapore, ma anche per le sue qualità nutrizionali, essendo ricca di proteine e povera di grassi.

    La produzione della bresaola segue rigidi protocolli che ne garantiscono l’alta qualità, legati strettamente al territorio di origine, tanto da essere riconosciuta come IGP (Indicazione Geografica Protetta). Questo marchio assicura che ogni fase della produzione, dalla scelta delle carni alla stagionatura, avvenga secondo la tradizione valtellinese.

    Insomma, il nome bresaola è un richiamo diretto alle sue origini e al metodo di produzione, un ponte tra passato e presente che continua a valorizzare il territorio della Valtellina e la sua tradizione culinaria. Come abbiamo visto, ogni dettaglio, dal nome alla preparazione, racconta una storia di qualità e passione.

    Per chi fosse interessato a scoprire come utilizzare la bresaola in cucina, ecco un link a una deliziosa ricetta: Tortelloni di bresaola.

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