Dai panetti non utilizzati per le pizze nascono nuove creazioni, nell’ottica della rielaborazione e del recupero. E le tovagliette colorate su cui serve i piatti e le sue pizze sono realizzate dai residui di nocciole, olive, uva e ciliegie.
Luigi Cippitelli, giovane pizzaiolo di San Giuseppe Vesuviano crede molto nell’arte del recupero che è diventata una sua costante. Ha creato così il timballetto di taglionini Panpizza (dal pane raffermo ricavato dal riuso dell’impasto), oppure il panpastiera di Panpizza (Pasta frolla di crosta di “Panpizza” grattugiata e granella di nocciole tostate, ripiena con crema al latte di mollica di “Panpizza” aromatizzata con estratto di fiori d’arancio, e scorzette d’arancio).
La mission
«Vengo da una formazione da chef più che da pizzaiolo e mi piace creare e studiare. In cucina cerchiamo di recuperare e far rivivere tante preparazioni come i panetti che non utilizziamo», spiega. Anche la sua pannacotta è un inno al recupero, ad essere utilizzato per questo dessert è il siero della mozzarella.
Cippiteli oltre alle preparazioni con il panpizza ha in menu tante particolarità come il Gran Cono “’A vocca r’o Vesuvio” cioè il mezzo calzoncino dorato in olio di girasole alto oleico su briciole di olive nere disidratate del Vesuvio, ripieno di ricotta di fuscella aromatizzata con pepe nero macinato al momento, guarnito con ragù classico napoletano, olio evo del Vesuvio e foglia di basilico. Un inno alla terra vesuviana dove c’è la sua pizzeria.
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