Francia e Roma in cucina sono sempre state un accoppiata difficile nella città dell’amatriciana. Oggi Però il vento è cambiato. Resistono le vecchie glorie, come Charly’s Saucière e Eau Vive. Zoppica la cucina pomposa alberghiera alla finto Escoffier.
Aprono i battenti nuovi indirizzi di qualità. Ecco allora nel cuore di Prati un indirizzo di successo come il Carrè Français che, addirittura, raddoppia. Regia del patron Jildaz Mahè, cucina di grinta della chef Letizia Tognelli ed ecco che il primo piano del Carrè si è trasformato in una baita alpina. Nasce qui un vero luogo gourmet per divulgare le cucine francesi della montagna. E allora ecco i Pirenei ed ecco l’Alvernia dei vulcani, con piatti robusti come fondute e raclette.
Salendo di sapore poi c’è l’Alvernia, attraversata dalla strada per Santiago de Compostela e, quindi, da molti pellegrini, che vanta l’Aligot, piatto creato dai monaci del luogo nel XII secolo, per nutrire i forestieri, a base di formaggio e mollica di pane. E una scelta di dolci che raccontano un vero tour de France: il kouglof alsaziano, la raffinatissima Pavlova, la Buche (tronchetto semifreddo di Natale) e la Galettede Rois, tipico dolce di Epifania.
Oltre a tutto questo, il Carrè sarà anche un mercatino con almeno duecento specialità di artigiani francesi.