Teatro alla Scala, Boris Godunov: ritorna la Cena di Gala dopo la Prima, ecco chi cucinerà

posate, piatto, tavola

Con il Boris Godunov di Musorgskij che inaugurerà il 7 dicembre la stagione dell’opera al Teatro alla Scala diretto da Riccardo Chailly con la regia di Kasper Holten, si ritorna alle tradizioni gourmet post Prima. La Scala, infatti, ha confermato la Cena di Gala alla Società del Giardino che tornerà a ospitare i fortunati ospiti (erano 500 prima del Covid) subito dopo la chiusura del sipario in Teatro.

A cucinare i piatti della cena di Sant’Ambrogio, fanno sapere dalla Scala, saranno alcuni giovanissimi chef del CAPAC (Politecnico del Commercio e del Turismo) coordinati da Caffè Scala Banqueting e dallo Chef Executive Caffe Scala Alessandro Palmer Bischetti. Insieme alla squadra di Sous chef formata da Omar Baratto e Mattia Meoli, con la partecipazione del Pastry chef Paolo Broggi.

A interrompere per due anni l’elegante consuetudine era stata la pandemia. Il blocco aveva interessato anche il Macbeth, l’opera verdiana scelta a inaugurazione della scorsa stagione, con cui il Sovrintendente Meyer aveva confermato l’annullamento della Cena.

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Il menù

Il menù della cena di Gala dell’Ur-Boris sarà sulla scia della cucina lombarda e come fulcro avrà i principi di ecosostenibilità e chilometro zero. Il Risotto alla milanese con pistilli di zafferano dalle coltivazioni lombarde, la Cassoeula di vitello leggera e il Semifreddo al panettone. I dolci saranno di Elisenda (ovvero la pasticceria dei trestellati Cerea per Esselunga), insieme agli sponsor di Caffè Borbone e Bellavista. 

Stessa cura, come dentro il teatro, nelle scenografie che allestiranno le magnifiche sale della Società del Giardino. Mentre i tavoli saranno decorati con installazioni centrali che richiameranno nature morte di frutta, verdura e fiori non recisi, completamente riutilizzabili.

Prima della pandemia 

L’ultima cena di Gala alla Società del Giardino dopo la Prima, era stata con Tosca (stagione 2019/2020) quando l’atto finale gourmet era stato firmato dallo chef Enrico Bartolini del Mudec di Milano che, proprio in quell’anno, era stato insignito dalla Michelin con le tre stelle.

Il menu di allora prevedeva la «Minestra di cavolo nero e piccione (carne fra le più pregiate e assai apprezzata dall’aristocrazia dell’epoca), e Ceci, seppioline e cacciucco». Mentre il primo piatto era stato un piatto iconico dello chef, “Risotto rape rosse e salsa gorgonzola” che Bartolini, allora, aveva per l’occasione “ribattezzato” Omaggio a Cavaradossi, protagonista maschile dell’opera pucciniana. 

Prima di Bartolini, tra gli chef della Cena di gala c’erano stati i tre stelle i fratelli Chicco e Bobo Cerea del ristorante Da Vittorio che avevano reso omaggio alla Giovanna D’Arco di Giuseppe Verdi nel 2015. Senza considerare Gualtiero Marchesi, l’ultima per la Traviata nel 2013. 

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