Trastevere è davvero un quartiere vivacissimo, ad alta densità gastronomica di proposte. Un crocevia di tradizione e innovazione che lo rende un rione unico.
Lo si vede già dalla pizza, con la coesistenza dell’essenziale Ai Marmi e del modaiolo Bir & Fud di via Benedetta. O ancora, dove l’esotico fusion di Somo in via Mameli si trova integra con le raffinatezze dolci e salate di stile francese del golosissimo Le Levain di via Santini.
A Trastevere ci si può misurare con le sofisticate invenzioni di Cristina Bowerman, creativa spinta di Glass Hostaria in vicolo del Cinque, oppure con le versioni modernizzate e piacione dei classici romani proposte dallo chef Simone Panella all’Antica Pesa di via Garibaldi.
Inutile dire che i classici romani old fashion trovano numerosi interpreti, da Teo a piazza dei Ponziani all’ Osteria Carlone in via della Luce al grintosissimo Enzo al 29 in via dei Vascellari.
Senza dimenticare che anche la moda corrente del pesce trova interpreti felici con Vizi Capitali, una sorta di goloso affaccio in città sul mare di Terracina a Ripa 12, celebre per le sue ostriche e crudi.
La ricetta degli spaghetti cacio e pepe
Il trucco per una cacio e pepe cremosa che non impazzisca formando grumi e diventando quindi una specie di colla per manifesti è tutto nel rispettare una regola chimica fondamentale, la temperatura dell’acqua. Sopra i 65 gradi infatti le proteine del formaggio tendono a coagulare procurando il disastro.