Difficile non farsi stregare dall’atmosfera languida e golosa di questo locale dove i rituali gourmet della Roma Nord si saldano con un gioioso piacionismo universale. Il Tevere è qui protagonista: come paesaggio continuo e come senso del principio gattopardesco per cui ogni cosa muta per lasciare tutto come stava. Cucina compresa. Ma non secondo un copione di noiosa rievocazione dei classici, ma con una grintosa sintesi di piatti da non perdere e di citazioni moderne con giudizio.
Lo start non potrebbe essere più accattivante con una pizza-focaccia al rosmarino di cerchiobottista osservanza: scrocchiarella alla romana, alta alla napoletana, tutte e due molto buone e complici nella scelta di un buon vino da una carta ricca di sfizi, oltre che giudiziosa per il suo rapporto prezzo qualità. La strizzata d’occhio al cuore gourmet prosegue con ostriche e tartare – pesce e carne – prima di andare al sodo coi fritti: baccalà, fiori di zucca, supplì, sfogliatelle di patate fritte o carciofo alla giudìa. Poi, con lo sguardo ai canottieri che scivolano lungo le acque biondoverdastre del fiume, ci si fa coinvolgere dai piatti più temuti e irresistibili al tempo stesso, i primi, tanto esecrati nei riti magici delle diete, quanto oggetto dell’insostenibile richiamo del desiderio… Linguine alle vongole, monumentali tonnarelli cacio e pepe e fiori di zucca. Una spettacolare selezione di carni – con o senza osso – insieme a una griglia implacabile fanno felice ogni entusiasta delle proteine. Altrimenti, la stessa griglia si piega alle verdure. Prima di approfondirsi nel peccato con sgroppino di melaverde e Calvados.
La ricetta dei tagliolini al limone e provolone, Cuccurucù – Roma
Tra i piatti del Cuccurucù, questi tagliolini rappresentano un evergreen.