Il rito
C’è chi inizia al tramonto, chi non rinuncia a quella di mezzanotte. Nella più climaticamente strana estate degli ultimi anni, almeno un punto fermo è rimasto: la spaghettata di San Lorenzo sotto il cielo stellato. Una usanza che non è nata – come pensano in molti – negli anni Sessanta del boom, né ai tempi dei falò dei figli dei fiori anni Settanta. Ma è molto più antica e radicata. Da quando – era il 1337 – a Firenze iniziarono a celebrare l’anniversario della morte del diacono Lorenzo (avvenuta a Roma il 10 agosto del 258 d.C.) cucinando sfoglie sottili, tagliate a strisce larghe e increspate allora chiamate lasagne, oggi pappardelle.
Alla stessa festa è attribuita la nascita della bistecca alla fiorentina, perché nella Firenze medievale si usava arrostire sul fuoco due quarti di bue da donare ai poveri in onore di San Lorenzo. Le stesse stelle cadenti ricordano, come fossero micro lapilli, il santo bruciato sui carboni ardenti e le sue lacrime. La verità è che sono più prosaicamente frammenti della cometa Swift Tutle che ogni anno in questi giorni passa molto vicino al sole rilasciando polvere luminosa. È il fenomeno delle Perseide.
La spaghettata in spiaggia
Noi restiamo con i piedi ben piantati a terra, magari sulla sabbia di una bella spiaggia per un rito che prima di tutto è voglia di stare assieme (tanto più dopo le scorse estati trascorse in pandemia). Non dimentichiamo però qualche regola di buona creanza. «La prima di tutte – afferma Maddalena Fossati, direttrice dello storico mensile La cucina italiana – è il rispetto dell’ambiente. Non utilizziamo posate e piatti di plastica e scegliamo invece i riciclabili. Quando finiamo la festa, lasciamo tutto uguale, anzi meglio di come l’avevamo trovato. E naturalmente, rispettiamo i vicini e gli altri gruppi che hanno scelto la stessa zona».
Il più antico magazine italiano di settore sul sito online propone «40 ricette da sogno per la spaghettata di mezzanotte». Si va dalla classica aglio, olio e peperoncino, alla facilissima con bottarga e limone salato o acciughe. Fino alle reinterpretazioni (ma semplificate) di grandi classici: pomodoro al profumo di arancia e maggiorana, piccanti alla puttanesca, alla sciuè sciuè (con pangrattato, finocchietto e aglio). La difficoltà sta nel ridurre al massimo la fatica della preparazione (siamo in vacanza!) e nell’adattare le dosi per tante persone.
Conviviale
La ricetta che La Cucina Italiana ha preparato per noi è per 20 persone e tutto viene preparato molto prima, trattandosi di spaghetti freddi. «La grande forza della cucina del nostro Paese – spiega Fossati – è di essere adattabile, conviviale e sicura. Il prodotto ha una valenza eccezionale, tant’è che una buona pasta tiene sempre la cottura. Inoltre, il toccare poco gli ingredienti garantisce che anche una cucina casual come quella dei giorni di riposo, sia un’operazione facile, semplice, ma estremamente buona. E poi la nostra cucina è allegria, voglia di stare assieme, aggregazione». Innumerevoli in tutta Italia, anche gli eventi legati a San Lorenzo. Dalle degustazioni alle visite guidate nelle cantine. In ogni caso non serviranno necessariamente chef stellati. Gli astri, almeno oggi, già brillano in cielo.