Il riso, portato in Italia dagli arabi, o secondo alcuni dagli Spagnoli, fu per lungo tempo usato per realizzare i dolci, oppure per le minestre. Il consolidato uso della versione in risotto è ottocentesca e si lega anche alla nascita di una grande varietà di risi derivati da innesti di specie asiatiche e locali per avere un alimento resistente ad un insidioso parassita.
Per ragioni storiche il riso si è di fatto radicato al Nord, ma anche nella Capitale – dove la sua fortuna è soprattutto legata alla realizzazione dei supplì – e il gourmet può trovare versioni del piatto molto sfiziose.
Ecco allora nel trendyssimo ristorante Molto ai Parioli la versione che mette insieme Milano e Roma (tra zafferano e coda), mentre a poca distanza il Ceppo risponde con una bella combinazione burro e alici con gamberi bianchi e rossi.
E se Tartufi&Friends, che ha la sua sede nel Triangolo dello shopping, propone il risotto coi preziosi tuberi, a due passi da piazza Navona si trova la Risotteria Melotti che sa stuzzicare il palato con versioni del piatto che spaziano dal cacio e pepe a quella povera e gustosissima di Isola della Scala, a base di vitello e maiale, servite nell’apposito pentolino.
La ricetta del risotto alla crema di scampi di Arturo Scarci, Meglio Fresco – Boccea
«Una ricetta molto anni ’60 che ancora piace, tanto che stiamo organizzando un ‘kit’ che consenta di farla a casa» spiega Arturo Scarci, guru di Meglio Fresco a Boccea.