La tendenza
È ancora l’Old Fashioned, il cocktail più richiesto al mondo (seguito dal Negroni e dal Whiskey Sour)? Se sì, lo sapremo solo a inizio gennaio quando sarà pubblicata l’annuale World’s Best-Selling Cocktails. Sicuramente in Italia i più apprezzati sono gli ever green. «Guardacaso – racconta Danilo Bellucci, memoria storica del bere miscelato – il semplice Stinger va fortissimo e dopo cena fa digerire anche i sassi».
Tradizione
Si basa su due soli ingredienti (cognac e crème de menthe) e va accompagnato con una olivetta. Tornano di moda anche i cocktail a base di caffè. Tant’è che proprio Espresso fresco ha vinto tempo fa a Genova il premio “110 e lode” riservato ai barman d’albergo. A prepararlo (4 cl caffè, 4,5 cl vodka, 1,5 cl St. Germain Martini&Rossi, 1cl sciroppo di menta piperita, 1 cl di Kahlùa Pernod) è stato Mattia Pasolini del fascinoso Belmond Cipriani di Venezia. «Quando siete stanchi dei cocktail innovativi, entrate in un hotel e il barman vi riporterà alla normalità», scherza Bellucci.
La mitologia del cocktail passa spesso proprio per i grandi alberghi, come insegnano cinema e letteratura. Non si riesce a immaginare, per esempio, il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerard lontano dal Gin Rickey o il Don Vito Corleone di Mario Puzo senza un Godfather in mano. Quelle atmosfere rivivono adesso grazie a Petunia Ollister e al suo Cocktail d’autore, edito da Slow Food (170 pagine, 22 euro). Quali ingredienti nel Papa Doble di Santiago de Il vecchio e il mare di Hemingway? E quali per il Sidecar, il preferito del magnate Arthur Ruskin ne Il falò delle vanità di Tom Wolfe?
Petunia (nom de plume di una torinese esperta di beni culturali), propone ricette e suggestioni (accompagnati dalle foto di Davide Gallizio) trovati in 70 romanzi indimenticabili. Una galleria inebriante di scrittori, personaggi e naturalmente bevute, utilissima per preparare un buon aperitivo o un dopocena, o anche solo per chiacchierare a tavola dove non basta più avere solo un buon palato.
Magnifica esca
Ecco così l’Americano a regola d’arte (3 cl di bitter, 3 cl di vermut rosso, soda e come guarnizione mezza fetta di arancia e una scorza di limone) di Tatiana Romanova – “la magnifica esca” che deve conquistare James Bond – in Dalla Russia con amore di Ian Fleming («uno dei libri da salvare in caso di catastrofe nucleare», disse John Fitzgerald Kennedy). Tra i cocktail d’autore non può mancare l’omaggio a Charles Bukowski e al protagonista di Pulp. Quel Nick Belane che «passa il tempo perdendolo, seduto al bancone dei locali, su sgabelli alti, fumando troppe sigarette e sigari, parlando con il barista o più spesso attaccando rissa con gli altri avventori, ma soprattutto bevendo il Vodka Sour».
Ollister propone di tutti i cocktail ingredienti ed esecuzioni passo passo, come per il Pisco Sour della Nina mala di Vargas Ulosa, il Margarita di Big sur di Kerouac e via via gli altri mitici drink della letteratura degli ultimi due secoli. Insomma, con un buon libro si impara anche a fare i cocktail. In alternativa si possono frequentare i coworking di Nonsolococktails di Mattia Pastori o affidarsi alle creazioni già pronte in commercio. Come il Gardami, un mix dell’iconico Amaro Ramazzotti con i vini spumanti del Garda.
La ricetta del punch al rum del circolo Pickwick di Petunia Ollister, Cocktail d’autore – Slow Food Editore
Punch al rum del circolo Pickwick: lo scrittore Charles Dickens lo apprezzava sia caldo che freddo.