La bevanda
Nulla di meglio di una buona birra quando si avvicina la stagione più calda. Ma non fate l’errore di berla ghiacciata. «Ogni birra – spiegano ad Assobirra – ha una temperatura ideale che aumenta gradualmente con l’aumentare del grado alcolico e della corposità». Ad esempio, le birre chiare e più leggere, come Pils e Lager, andrebbero servite tra 5 e 9 gradi. Le Weizen tra 8 e 10 gradi. 12 gradi per le Bitter Ale e fino ai 15 per birre dal corpo più strutturato. Guardate la schiuma per capire se la temperatura è giusta: se nel bicchiere è carente, è troppo fredda. Al contrario, un eccesso di schiuma dimostra che non è abbastanza fresca.
Tantissime le novità quando si parla di birra. A Ponzano Veneto Da Pian 1904 c’è perfino la birra per cani (Pawse, da paw-zampa), ovviamente non alcolica. Del resto, se l’Istituto Piepoli e Osservatorio Birra, hanno dimostrato che per il 61% degli italiani è la bevanda simbolo della socialità, perché non berla in compagnia dei migliori amici dell’uomo?
La birra integrale
Fortunatamente gli altri birrifici hanno pensato alle persone. Alle donne, in particolare. L’Orso Verde (Varese) ha creato una artigianale integrale, non filtrata e non pastorizzata, ideale come aperitivo. «Le abbiamo dedicato un’immagine molto evocativa della stagione – afferma Marina Roncarolo – una figura femminile di spalle che guarda il mare e sogna».
Dall’altra parte d’Italia, in Sicilia, i cristalli di sale delle saline di Trapani sono l’originale ingrediente in più pensato dalla Birra Messina (azienda chiusa e poi risorta grazie alla cooperativa degli operai). Il sale aiuta a esaltare in bocca le note floreali e le sensazioni fruttate della lager di puro malto.
Il birrificio artigianale Eastside Brewing di Latina (di stampo molto americano con le sue birre aromatiche) ha puntato sulle gluten free. Italiano – il bresciano Gritz – è il birrificio leader in Europa specializzato in produzione totalmente senza glutine.
Pensando all’ambiente e agli sprechi alimentari a Genova è nato il progetto Biova per
produrre birre usando il pane invenduto dei panifici. Cresce anche la moda delle birre acide a fermentazione naturale. «Non c’è ancora un preciso stile italiano», scrive Michela
Cimatoribus in Effervescenze diverse (Trenta editore). Nel Lazio indica la Round Overnight a
Collerosso: «Raffreddata durante la notte in vasca aperta, fermentata spontaneamente senza
aggiunta di lieviti in botte, lasciata almeno tre anni e poi miscelata. Le botti sono di diversa provenienza: Calvados, Montepulciano, Amarone».
In cucina
Bionde & rosse & scure sono sempre più usate in cucina. «La birra – afferma Francesco Pompetti, chef abruzzese – è più interessante di quel che si pensi. È pane liquido, come mi piace definirla. Ci sono infiniti modi di abbinarla a una portata ma ce ne sono altrettanti per impiegarla come ingrediente principale di un piatto».
C’è chi la usa in stravaganti cocktail (per esempio a base whisky con fave tonka affettate). Ma è questione controversa, tanto da fare dire al mitico esperto inglese Richard Croasdale (Dizionario della birra artigianale, Slow Food editore) che «i cocktail a base di birra dividono l’opinione pubblica tra chi crede siano un’opera del male più assoluto e chi ama bere le opere del male più assoluto».