L’antico Lido di Diana, la grande pineta voluta nel 1666 da papa Clemente IX, si trasformò in luogo d’élite per l’aristocrazia romana. Il grande boom però fu negli anni ‘60, quando Federico Fellini fece di Fregene luogo suggestivo di film come lo Sceicco Bianco. Da allora il borgo è cresciuto, preservando tuttavia la sua identità sottratta all’abbraccio troppo spesso del turismo della domenica.
«Una grande evoluzione della cucina del territorio nasce qui grazie agli stabilimenti balneari», spiega Benny Gilli, patron della Baia e fervente sostenitore di un modello di cucina dove gli stupori sono sempre calibrati con un occhio attento alla tradizione. «In questo modo siamo passati dall’ offrire ai clienti cabine, ombrelloni e sdraio, a un modello dove anche la cucina era più pensata, la carta dei vini più profonda, i piatti più sensibili alla lezione della modernità», conclude Gilli.
E non è così un caso che questo modello si sia irradiato dal precursore Mastino, che cominciò cucinando per la troupe di Fellini, a luoghi come La Scialuppa Da Salvatore Controvento. Una vera piccola rivoluzione, perché ormai a Fregene ci si diverte anche lontani dal mare. Provare per credere il grintoso e fantasioso Handmade.