Il pollo era amato dai romani fin dai tempi antichi. Già Marco Gavio Apicio, gastronomo del tempo di Tiberio ne forniva fascinose interpretazioni, tra cui una cotto nel suo sugo con pepe, cumino, timo, semi di finocchio, menta e una rara spezia africana ora scomparsa, il silfio. A Roma non si può prescindere dalla “scienza castellana” per gustarlo nelle sue versioni più felicemente “pop”.
Non a caso, nel suo l’Arcangelo in Prati, Arcangelo Dandini lo propone nella interpretazione domenicale alla diavola, oppure-sotto forma di regaglie -sopra le fettuccine, oppure nella versione antica del più urbano supplì. Non è quindi un caso se nel cuore dei Parioli al trendyssimo Molm, i fratelli Bassetti non esitino a far felici i loro clienti con il piacere arcaico del girarrosto con un pollo davvero ruspante.
All’Isola Tiberina dalla Sora Lella diventa impossibile rinunciare a un classico impegnativo e buonissimo come il pollo coi peperoni, mentre un salto da Felice a Testaccio ci ricorda le gioie della gallina lessa. E poi, visto che viviamo in una città multiculturale, godiamoci anche un perfetto club sandwich di pollo da Babington’s in piazza di Spagna o il croccante pollo fritto alla giapponese da Doo 20 in via Palermo.
La ricetta del pollo alla diavola dello chef Arcangelo Dandini, l’Arcangelo – Roma
«Ai Castelli questo è un grande piatto della domenica», esordisce lo chef Arcangelo Dandini.
«Non è difficile, basta attenzione».