Dietro la parola osteria romanesca si nasconde troppo spesso, complice il turismo, del facile folklore. Per fortuna i gourmet possono ancora trovare insegne storiche che mantengono vivi saperi e sapori, nonché indirizzi di ultima generazione dove amatriciana e coda diventano un vero e proprio manifesto di devozione affettuosa alla cultura delle radici.
Ecco allora Lilli a Tor di Nona trovare ancora un piatto di casa quasi sparito dalla carta dei ristoranti come le penne all’arrabbiata, o ancora, nel buchetto al Ghetto della Sora Margherita la inconsueta cacio e pepe con l’aggiunta cremosa della ricotta.
Poi, le care vecchie lasagne e cari vecchi classici come carciofi e carbonara. Trippa in tutte le maniere – magnifica quella fritta – all’Osteria della Trippa in Trastevere, locale moderno dal cuore antico, mentre per rivivere i mitici anni ’60 del cinema e degli artisti, non bisogna lasciare perdere una sosta dal fantastico Armando al Pantheon.
La ricetta del petto di vitello alla Fornara di Arcangelo Dandini, L’Arcangelo – Roma
«Questo è un arrosto fenomenale: peccato che sia relegato ai semplici piatti da osteria», sentenzia Arcangelo Dandini, chef dell’Arcangelo e guru credibile di una cucina delle radici.