Pasta piatta che si trasforma durante la cottura, novità dagli Usa: facile da consumare persino nello Spazio

pasta mista

La pasta è un alimento sacro per gli italiani, immancabile prodotto nelle credenze e ingrediente base di ricette creative. Ma dalla fabbricazione al trasporto, la sua produzione ha senza dubbio un impatto significativo sull’ambiente. La pasta è infatti amata per la sua diversità di forme, dalle penne ai fusilli, passando per farfalle e bucatini, ciascuna con le sue caratteristiche e abbinamenti prediletti. 

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Strutture 3D che richiedono però troppo spesso grandi confezioni ed imballaggi con ingenti costi in termini di sostenibilità. Ma ora, direttamente dagli Stati Uniti, gli scienziati sembrano aver trovato una soluzione a tutto questo sviluppando una nuova pasta “piatta” in grado di trasformarsi e assumere le dovute forme una volta cotta. Insomma una vera innovazione per la logistica del prodotto, che farebbe della pasta un alimento facile da consumare persino nello Spazio.

Sarà forse questo l’inevitabile destino della pasta nel prossimo futuro? Ma soprattutto, saremo mai  disposti a vedere modificato nel proprio Dna il prodotto cardine della cucina italiana?

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LO SVILUPPO I ricercatori americani hanno tratto ispirazione dal modo in cui gli articoli imballati in modo piatto come i mobili abbiano facilitato lo stoccaggio e la spedizione e hanno cercato di produrre cibo che potesse essere imballato in modo piatto in contenitori più sottili, «dal momento che l’imballaggio degli alimenti è una delle maggiori fonti di rifiuti al mondo», ha detto l’autore senior dello studio Lining Yao, direttore del Morphing Matter Lab della Carnegie Mellon University di Pittsburgh. 

La pasta tradizionale cambia forma già una volta cotta, dilatandosi e ammorbidendosi una volta bollita. Nel nuovo studio, Yao ei suoi colleghi hanno sfruttato queste proprietà per creare la loro pasta morphing stampando modelli di minuscole scanalature nella tradizionale pasta piatta composta esclusivamente da farina di semola e acqua. Le scanalature sono poi in grado di diventare più profonde durante la cottura e di far piegare la pasta piatta in tubi, spirali, torsioni, onde e forme scatolari. Gli scienziati hanno notato che potrebbero facilmente generare questi solchi utilizzando tecniche di produzione poco costose come stampaggio, incisione o stampaggio. 

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I ricercatori americani hanno notato che la pasta piatta potrebbe essere più rispettosa dell’ambiente: in Italia, circa l’1% delle emissioni di gas serra proviene dalla cottura della pasta, secondo i ricercatori, e la pasta piatta può cuocere più velocemente della pasta tubolare, riducendo l’impronta di carbonio della pasta. La pasta piatta potrebbe anche rivelarsi più semplice da produrre, riducendo i costi e migliorando l’efficienza produttiva.

In definitiva, la pasta piatta potrebbe persino trovare impiego nelle missioni spaziali, dove lo spazio di archiviazione è prezioso. «La nostra pasta piatta potrebbe risparmiare oltre il 60% dello spazio di confezionamento della pasta convenzionale pur mantenendo la stessa sensazione in bocca, sapore e consistenza», ha detto Yao.

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