A rinfrescare abitudini in disuso interviene la scienza. Anzi la ricerca scientifica. Se gli italiani sono ottimi consumatori di pastasciutta, è altrettanto vero che la maggior parte preferisce mangiarla a pranzo, e la minoranza, circa il 35% a cena (fonte “Rapporto sulle abitudini alimentari degli italiani”, Censis 2017).
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Eppure, questa tendenza potrebbe essere invertita o comunque modificata, in seguito ad un recente studio condotto dal Brigham and Women Hospital di Boston, che smentisce una convinzione molto diffusa. E cioè che la pasta di sera faccia ingrassare o addirittura dormire male. I ricercatori americani sostengono esattamente il contrario, elencando 5 situazioni in cui consumare la pasta di sera fa bene al corpo ed alla mente.
Lo stress, male comune del nostro tempo, come è noto causa non pochi cambiamenti nell’organismo umano, tra cui l’aumento di appetito, provocato dall’innalzamento dei livelli di cortisolo ed insulina, responsabile di una fame nervosa, e non realmente necessaria al nostro corpo.
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Il consumo di pasta invece, composta prevalentemente di carboidrati, stimola la “produzione di insulina che, a sua volta, facilita l’assorbimento di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina che regola l’umore e della melatonina, che oriente il ritmo del sonno” spiega Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo. “E un sonno lungo e ristoratore è inversamente correlato all’aumento di peso, riducendo gli ormoni responsabili della fame” aggiunge Piretta.
Ed infatti il secondo punto sottolineato dalla ricerca americana, riguarda proprio l’insonnia. In Italia circa 27 milioni di persone soffrono di disturbi del sonno, il cui squilibrio altera il normale ciclo sonno-veglia ed il bilanciamento di due ormoni fondamentali che regolano l’appetito ed il senso della fame. Dormire poco e male dunque amplifica la necessità nervosa di mangiare.
La pasta dunque, se consumata nelle ultime ore del giorno, senza condimenti pesanti dal punto di vista calorico, può facilitare il sonno (grazie alla melatonina) ed alle “vitamine del gruppo B, presenti in quantità maggiore nella pasta integrale, che implicano il rilassamento muscolare, soprattutto la B1, fondamentale per il sistema nervoso centrale, stimola la produzione di serotonina”, considera Piretta.
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Per gli assidui dello sport il consumo di pasta serale, continua la ricerca, è fortemente consigliato perché nei primi 30 minuti di attività, il corpo utilizza le riserve di glucosio per produrre energia ed i carboidrati sono fondamentali, consentendo di integrare il glucosio muscolare perso con lo sforzo fisico. Chi pratica attività fisica nel tardo pomeriggio, ha una ragione in più perché oltre a reintegrare i livelli glicogeni, induce il relax.
L’altra situazione in cui è indicato mangiare di sera, riguarda le donne, in particolare quel 25% che soffre di sindrome premestruale, caratterizzata da gonfiore, sbalzi d’umore e fame. In questi casi, la diminuzione di dopamina, serotonina e vitamina B6, viene aiutata dall’assunzione di carboidrati, in grado di compensare i cali fisiologici degli zuccheri nel sangue e della serotonina.
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Infine anche quelle persone che soffrono di una depressione non patologica, in cui il tono dell’umore è molto basso, possono trovare giovamento nel consumo di pasta: infatti una delle molteplici cause del disturbo dell’umore, è l’impoverimento del microbiota, cioè quell’insieme di organismi, batteri, funghi e protozoi che risiede nell’intestino, proteggendoci da virus e malattie.
Il consumo di pasta migliora lo stato di salute con conseguenze positive sullo stato d’animo e quella integrale, assorbita più lentamente, mantiene stabili i livelli di energia e di zucchero nel sangue, regolando l’umore.
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