Tre Spicchi, già miglior pizzeria italiana all’estero, più volte premiata per il miglior impasto: l’amore tra il Gambero Rosso e Song’ E Napule è oramai una storia lunga, meravigliosa e buonissima.
Il cuore di Ciro Iovine è «‘na cosa grande» e nota, ce l’ha tutto negli occhi, con gli occhi che riflettono New York, ma con il cuore che continua a battere a Napoli.
Un dream team da urlo, quello del Gambero e quello di Ciro: l’evento Tre Bicchieri, la cornice del Metropolitan Pavilion, le atmosfere di Chelsea.
Con Lorenzo Ruggeri a fare gli onori di casa, tra stelle e strisce e tricolore.
Napoli c’è, c’è Fuorigrotta, di cui Iovine è figlio.
Figlio della sua città, ma anche figlio del suo papà, cui dedica la vittoria con gli occhi di lacrime, che brillano assai.
Con la premiazione che, nonostante una certa esperienza oramai, lo trova comunque e come sempre un po’ impacciato, mai abituato a coppe, targhe e riconoscimenti, da sempre abituato, molto più semplicemente, a lavorare tanto e basta.
Un pizzaiolo, un lavoratore, appunto.
Una storia che assomiglia a una favola, in cui il lieto fine potrebbe essere il suo sorriso emozionato, la sua famiglia unita, una notte come questa.
E invece il lieto fine non c’è ancora perché Ciro a maggio fa soltanto quarant’anni e la sua vita e i suoi sogni e i suoi progetti in qualche modo ricominciano, cominciano per davvero proprio adesso.
Alcuni sono già lì fuori, dentro le mura di posti nuovi e dentro gli abbracci di amici vecchi.
Alcuni altri verranno ancora, che tra firme messe e idee chiarissime, lui ce li ha già tutti in testa.
Ma non è questo il tempo di ragionare troppo, di pensare oltre.
Questo è il tempo di festeggiare, anche soltanto per un attimo, prima di rimettersi a lavorare.
Questa è la notte di uno scugnizzo, partito da Napoli, e rimasto lo stesso.
Questa è la notte di Ciro Iovine: campione di amicizia, di simpatia, e naturalmente di pizza.
(Coming Soon Song’ E Napule 2.0)