In città è arrivato il panino anti gourmet. Un piatto controcorrente, che ribalta l’attuale tendenza gastronomica per puntare sui sapori della tradizione partenopea. È questa l’idea del progetto che ruota intorno all’apertura di Targato Na, il nuovo pub inaugurato al Vomero (in via II Malatesta).
L’idea del panino anti gourmet
Una sfida impavida, quella di Alfonso e Nicola Ferraioli. I due fratelli di Gragnano hanno scelto Napoli per il debutto della loro nuova attività. L’idea è nata nel 2020, durante il lockdown. Alfonso, innovation manager e consulente marketing, ha iniziato a porsi alcune domande. «Mi chiedevo se la curva – in crescita – del digitale poi avrebbe avuto un calo nel momento della riapertura al pubblico, rafforzando così il local.
Mi sono confrontato con mio fratello che lavora nel campo dal 2014. Così ci siamo ritrovati sull’idea di dare valore al locale, alla filiera produttiva. Sposare un concetto anti gourmet che non va assolutamente ad inficiare la produzione dei colleghi ristoratori – tiene a precisare – ma va semplicemente a sottolineare una nostra caratteristica intrinseca. Intenta cioè a privilegiare un prodotto genuino, sano, con pochi ingredienti, rispetto ad altri prodotti più artefatti».
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La digital trasformation
Alfonso è un consulente marketing ed innovation manager ben proiettato ad applicare le sue skills per far decollare la sua prima attività da imprenditore locale. «È stata già improntata con tutti i crismi della digital trasformation. Abbiamo sottoscritto accordi con portali. Inoltre abbiamo un gestore di cassa integrato in cloud. Questo permetterà – da remoto – la gestione di una serie di report e di effettuare un’analisi dei clienti e delle loro abitudini per razionalizzare anche gli acquisti».
Si avrà quindi la possibilità di verificare il trend dei panini più venduti per far sì che venga «rafforzata una determinata linea produttiva» piuttosto che un’altra. Ma anche apportare delle modifiche al menu. «Un processo tipico delle grandi aziende, e non di quelle locali – puntualizza Alfonso – ma per noi assume una grande rilevanza». Una linea strategica che potrebbe giovare a loro vantaggio.
La tradizione
Genuinità, semplicità e tradizione, sono le tre parole che identificano la politica del nuovo locale vomerese. Il posto sembra pronto a inebriare le papille gustative dei nuovi clienti grazie ai sapori di una volta. Quelli sinceri e caserecci tipici del pane cafone farcito con polpette al ragù, salsiccia paesana, melanzane al funghetto, verdure alla griglia o l’immancabile regina dei contorni: la signora parmigiana.
«Quando il cliente addenterà il nostro panino gli sembrerà di ricordare la cucina della nonna», a garantirlo è Nicola – il fratello di Alfonso – attivo nel settore già dal 2014 con il suo food truck di Gragnano. Il menu è inclusivo – non lascia fuori chi ha particolari esigenze alimentari – e divertente. Gioca con il naming «che richiama alla parte familiare e tradizionale». C’è, infatti, il panino denominato ‘o pate (il padre), ‘o frate (il fratello), ‘a gnora (la mamma della sposa), ‘a sora piccerella (la sorella minore) e così via.
«Panini freschi sfornati al mattino, verdure dell’orto del nonno e del produttore di provincia, carne selezionata da macellai locali. Ma anche birra artigianale partenopea e case vinicole campane». Ogni prelibatezza nostrana è preparata con la genuinità dei prodotti del territorio campano, garantiti da una filiera certificata e tracciata con il sistema blockchain. Un dettaglio particolarmente significativo, in quanto capace di creare un connubio tra tradizione ed innovazione.
Parmigià, la start-up che porta la parmigiana di melanzane all’estero fondata da due ragazzi campani