Che le mele facciano bene si sa, ma adesso in uno studio viene descritto il meccanismo d’azione – fino a ora sconosciuto – attraverso il quale le mele svolgono anche un’azione anti-infiammatoria naturale. Lo studio è stato pubblicato dal Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara, svolta in collaborazione con il reparto Ricerca e Sviluppo del Consorzio Melinda.
«Abbiamo sempre pensato che le mele e la frutta in generale fossero alleate della salute perché ricche di sostanze benefiche che in modo passivo favoriscono il corretto funzionamento del nostro organismo, come fibre e polifenoli. Invece ora abbiamo scoperto che la loro “bontà” non si limita a questo. È stata una sorpresa notare che sono in grado di “dialogare” direttamente con le nostre cellule e riprogrammarle, favorendo lo spegnimento dei processi infiammatori e l’attivazione di quelli anti infiammatori». A spiegarlo è Barbara Zavan, professoressa del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna di Unife e coordinatrice dello studio.
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Lo studio
I ricercatori hanno preso in esame la varietà Golden Delicious della Val Di Non e ne hanno analizzato in vitro l’interazione con le cellule dell’organismo umano. «I risultati hanno dimostrato che gli esosomi estratti dalle mele vengono inglobati dalle cellule umane e, una volta internalizzati, le inducono ad attivare un profilo anti-infiammatorio», ha aggiunto Zavan.
Ad oggi non si sa quale sia la quantità minima di esosomi, e quindi di mele, necessaria per innescare le reazioni a catena sul sistema immunitario e se questo effetto avvenga anche su altre cellule. Proprio per trovare una risposta a queste e ad altre domande, la ricerca continuerà nel prossimo triennio, coinvolgendo anche altre varietà di mela coltivate in Val di Non.