House of Ronin è il “place to be” del momento in città. Tutti ne parlano, tutti vogliono provarlo, tutti vogliono dire di esserci stati, ma l’ultima ambiziosa creatura di Jacopo e Leonardo Signani (proprietari del noto ristorante Pacifico) e Guillaume Desforges divide i palati del pubblico gourmet e modaiolo, tra chi lo ama e chi ne rimane deluso, soprattutto per la qualità della proposta gastronomica (a quanto pare altalenante) e per qualche pecca nel servizio. Tutti però concordi nel restare affascinati dall’atmosfera onirica delle sue diverse anime (disposte nei quattro piani di un’imponente palazzina Neoliberty) fatta di giochi prospettici, neon e complementi di design che rendono ogni sua sala, un percorso verso una Tokyo del futuro tutta da scoprire.
Al piano terra il Piccolo Ronin per cocktail e delizie classiche della gastronomia nipponica, tra bao, ramen e gyoza. Al primo piano il ristorante Ronin Robata dove gustare le specialità cucinate sulla griglia giapponese e altri piatti dello chef Gigi Nastri. Si sale di un livello per Madame Cheng’s, un sake e cocktail bar di alta mixology del Sol Levante con quattro sale karaoke, e per il non ancora aperto Shokunin, l’omakase restaurant dove si potrà vivere una food experience ultratradizionalista con lo chef bistellato Katsu Nakaji. E all’ultimo piano Arcade, un club esclusivo per membri selezionati.
House of Ronin – Milano, via Vittorio Alfieri 17 – tel: 02/89367101 – sempre aperto a cena, pranzo (solo al Piccolo Ronin) da lunedì a sabato – costo medio 70 euro
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