Ormai, persino intorno a San Pietro, è difficile imbattersi nelle celebri fettuccine alla papalina. Una sorta di proto-carbonara inventate per il cardinale Pacelli e basate su un mix di panna, prosciutto e Parmigiano. Ma non è difficile invece trovare ancora una gagliarda cucina romanesca senza ammiccamenti turistici. Basta una sosta da Romolo alla Mole Adriana, con grandi viste sul Passetto di Borgo, ma anche con una carbonara a regola d’arte e con una notevole crostata di mele, per rendersene conto.
La vecchia sala delle udienze papali nell’immediato dopoguerra, poi Auditorium di via della Conciliazione, è oggi un concentrato di modernità, ritmo e cucina dinamica col cuore antico. Lo chef Arcangelo Dandini è bravissimo a stuzzicare il palato. Il valore aggiunto di un ambiente cool che si presta a un notevole aperitivo coi cocktail di Massimo D’Addezio.
Un caso molto bello è quello di Cresci. A due passi dalla Sala Nervi dove è stato mantenuto in vita l’antico forno di quartiere con tanta passione e nuove idee, associandolo a un locale dove il pane e l’arte bianca si affacciano in ogni ricetta. Ma intorno a San Pietro regna anche Dioniso. Ci pensa il vulcanico Gianni Ruggiero con la sua selezione di vini intelligenti associati a focacce, taglieri e sapori genovesi e romani.
Ingredienti
- Lasagne 500 g.
- Besciamella 700 g.
- Pesto genovese 250 g.
- Parmigiano Reggiano 100 g.
Preparazione
Step 1
Gianni Ruggiero sulla ricetta della più classica lasagna del tempo della dolce vita, la Portofino, è categorico: “La pasta per la lasagna compratela pure già fatta, ma sul pesto non si transige: ve lo fate in casa col frullatore gestito a piccoli colpi perché non scaldi il basilico, usando il Parmigiano invece del Pecorino, e non lesinando sull’aglio.
Step 2
Lessate allora le lasagne e stendetele su una teglia con besciamella e pesto, continuando per strati fino ad esaurimento, spolverando alla fine col Parmigiano per fare la crosticina.
Step 3
Il tutto va in forno a 200 gradi per circa mezz’ora.
Step 4
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