«Vediamoci per una formaggiata» è una frase in codice ormai diffusa che spalanca orizzonti golosi con un folto parterre di appassionati. Sdoganato il tempo in cui il “cacio” era mortificato in tristissime scelte, alle spalle i giorni della sua condanna in nome del colesterolo, oggi il formaggio è diventato un vero protagonista delle nostre abitudini alimentari.
Basterebbe vedere quanti punti vendita siano spuntati in città solo in nome della mozzarella, addirittura con tutta una serie di declinazioni di storie e di sapori: Agro Pontino, Caserta, Paestum. Allo stesso modo le boutique del formaggio si moltiplicano, così come si moltiplica una offerta orgogliosa di sciorinare tutte le nuove categorie del buono, dai Presidi Slow Food, ai mitici “latte crudo”, dall’alpeggio al caglio vegetale.
Non sono più solo i wine bar, quindi, a giocare la loro partita sul tagliere dei formaggi, perché i grandi ristoranti (la Pergola di Heinz Beck valga per tutti) stanno sempre di più organizzando una proposta variata e di qualità che rappresenta anche un’opportunità per valorizzare, che si tratti di un muffato o di un taleggio, il vino giusto al calice.
La ricetta della fonduta alla valdostana
Il piatto, decisamente, si presta a questa stagione di primi freddi.