Il fish and chips è senza dubbio il piatto più celebre dello street-food britannico, ma potrebbe minare l’ecosostenibilità dell’intero pianeta. Le patatine fritte con il pesce in pastella, infatti, sono un’accoppiata gustosa ma la pesca intensiva del merluzzo, di gran lunga il più utilizzato nella ricetta tradizionale, mette a serio rischio l’intera specie.
Pesce azzurro docet: fish and chips, ecco la ricetta
Per questo motivo, come suggerisce uno studio australiano, occorre pensare ad un’alternativa più ecosostenibile, che permetta alle specie di merluzzo più a rischio estinzione di poter sopravvivere. Il principale candidato avanzato dai ricercatori dell’Università del Queensland è un elemento decisamente a sorpresa: le meduse.
A parlare dello studio è anche l’Independent: il fish and chips è un piatto apprezzatissimo non solo in Gran Bretagna, ma un po’ in tutti gli stati dell’ex Commonwealth. C’è però un dato allarmante: 92 specie e sottospecie, di cui molte utilizzate proprio come base di un caposaldo dello street-food “brit”. Diversi tipi di merluzzo rientrano proprio tra le specie a rischio, anche se la pesca è assolutamente legale nella stragrande maggioranza degli stati.
I ricercatori non solo argomentano la necessità di vietare la pesca di determinate specie, ma offrono anche un’alternativa. «Non ci sogneremmo mai di consumare carne di gorilla o di elefante, che sono specie a rischio di estinzione, quindi perché dovremmo continuare a mangiare quei tipi di merluzzo di cui si contano sempre meno esemplari?» si legge nello studio. «L’Australia potrebbe diventare un esempio per tutto il mondo: ci sono specie come alcune meduse o i calamari di Gould che presentano le stesse qualità nutritive del merluzzo ma non sono così a rischio, un cambiamento di prospettiva è necessario».
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