L’anguria che sembra racchiudere il sapore di ferragosto e, in generale, delle vacanze. Il cocco, annunciato a gran voce da chi lo vende, a tentare il palato e, soprattutto, forse a sollecitare le memorie infantili quando perfino mangiare un frutto esotico poteva essere un gioco. Le pesche, portate da casa per rinfrescarsi senza cedere alla tentazione di un gelato in più, o magari, coppe di melone o anguria a cubetti, consumate comodamente sulla terrazza del bar. E molto altro.
Un classico da spiaggia
Portata in una borsa termica o comprata al chiosco sulla riva, sotto un tetto di foglie di palma, la frutta è un classico da spiaggia. Perché è zuccherina, rinfrescante, leggera. Buona, per il palato e la salute. Non tutta, però, a ben guardare, è ideale come spuntino quando si è in spiaggia.
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Dieta al mare, gusto e calorie
È questione di proprietà, possibili allergie, praticità. «Al mare si suda e, facendolo, si perdono acqua e sali minerali, che devono essere reintegrati – dichiara Giacinto Miggiano, direttore Uoc Nutrizione clinica della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs – la frutta è composta da acqua, in una percentuale che varia dall’85% al 95%, e apporta anche potassio e magnesio.
L’acqua è fondamentale per contrastare possibili colpi di calore, potassio e magnesio per prevenire crampi muscolari e quel senso di debolezza che si può provare stando al sole. Bene, dunque melone, cocomero, albicocche, susine, ossia frutta fresca di stagione, meglio se a chilometro zero. L’offerta nel nostro Paese è ampia. La frutta si può usare pure come ingrediente per insalatone».
Si sceglie secondo il gusto, ovviamente, ma non solo. Alcuni tipi, infatti, sono, più frequentemente di altri, responsabili di allergie. In tal senso, prosegue, «tra i più comuni, ci sono pesche e kiwi, che, possono provocare fastidi o pruriti, manifestazioni che, perlopiù, colpiscono la bocca. Senza dimenticare le fragole, che possono causare orticaria. Allergie sono possibili anche consumando noci e mandorle».
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Come va mangiata la frutta? «Cruda – dice Miggiano – È preferibile fresca rispetto a quella disidratata. È importante variare. Per preservare il contenuto di antiossidanti è utile consumarla intera o sotto forma di estratti e spremute appena fatti. Meglio evitare i frappé, ricchi di zuccheri ma non di vitamine. Va ricordato che la frutta non può essere l’unico elemento del pasto».
Altro tema, per la scelta è la conservazione. «Il problema è anche come portarla al mare, sotto il sole o in barca – afferma Leonardo Celleno, presidente Aideco-Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia – Non tutta la frutta è adatta. Meglio evitare le banane e quella facilmente deteriorabile, a favore di quella più resistente, mele incluse, dato che ancora si trovano».
La decisione può incidere pure sull’abbronzatura. «Sì alla frutta colorata di stagione – dichiara Celleno – Il colore è indice di betacarotene. Ecco allora, albicocche, ciliegie, pesche. Anche cocomero e melone. Questi pigmenti fanno parte del bagaglio di antiossidanti e ci aiutano a proteggerci dal sole. In questa stagione, vista la grande varietà, sarebbe opportuno preferire ciò che è offerto dalla natura. La frutta esotica si può rimandare alla tavola invernale».
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Ottimo integratore
Non rimane che aggiungere un tocco di creatività. «La frutta è un formidabile integratore di sali minerali, acqua e vitamine, aiuta ad affrontare le alte temperature del periodo – commenta lo chef Heinz Beck, tre stelle Michelin, anima de La Pergola, ristorante dell’hotel Rome Cavalieri – ma, come in tutte le cose, non bisogna eccedere. È bene consumarne due porzioni al giorno».
Nessun limite invece alla fantasia. «Sono tante le preparazioni nelle quali si può usare, inclusi antipasti e secondi – spiega Beck – io propongo uno scampo marinato crudo, su peperoni in tre colori e differenti cotture, con gazpacho di pesche, avocado, sedano e cetriolo. Oppure l’astice gratinato con purea di mandorle e ciliegie, dove è proprio la ciliegia a farla da padrona. O un carpaccio di anguria con variazione di pomodori. Ciò che conta è saper abbinare gli elementi e ottenere il massimo della salubrità dal piatto. Il cibo è uno strumento importante anche per la prevenzione delle malattie».
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