La globalizzazione, col suo impatto nella cultura di massa, tocca territori insospettati, come il mondo dei fornelli, ad esempio. Così, se un tempo erano Francia e Spagna a contendersi il primato della grande cucina, insieme ai giganti asiatici, Cina e Giappone, oggi sono emersi alla ribalta talenti peruviani, brasiliani, danesi, australiani, all’interno di un autentico mondo del buono da mangiare senza confini.
Come se ciò non bastasse, la deprovincializzazione dei palati, la facile reperibilità grazie al web delle materie prime più disparate, ha portato a uguale cittadinanza le alghe giapponesi e l’agnello dei Pirenei, il sale rosso australiano e il culatello. Niente di strano quindi trovare i nostri chef che usano il wok per cucinare, o l’agar-agar invece della colla di pesce, o ancora, che friggono in tempura come si fa in Oriente.
Il mondo, da cucina di folklore, si è trasformato così in un vasto repertorio che, solo per parlare di Roma, contamina le classiche penne all’arrabbiata con un mix di spezie di Bombay, oppure il cacio e pepe con reminiscenze thai, sempre all’insegna del sapore e del divertimento.
La Ricetta del Couscous con Calamari al Pepe Rosa e Pesto di Basilico
Guido Anastasio Pugliese con grande passione per la fusion, con una speciale predilezione per le culture gastronomiche di Cina e Giappone, fa spesso piatti che parlano la lingua del mondo gourmet.