Continua il tour di locali tra Popolo e Spagna e continuano i positivi segnali gastronomici di qualità. Gli Hotel di classe mantengono senza dubbio un loro fascino: basti pensare alla luminosa cucina del raffinato De Russie (dove anche i ravioli cacio e pepe o gli spaghetti al pomodoro hanno un loro perché), oppure alle invitante proposta del lounge dell’Hassler, vivace, valida alternativa alla cucina stellata del suo mitico roof.
Ma il centro storico nasconde anche eleganze orientali nel segno di Zuma a palazzo Fendi, le lenticchie e il maialino porchettato del 31 a via delle Carrozze o il fritto misto alla romana, dalle verdure al cervello, della Matricianella dietro a piazza San Lorenzo in Lucina.
Ma Roma è anche la città delle sorprese: basta arrampicarsi fino in cima ai raffinati saloni di Villa Medici, e l’Accademia di Francia, col Caffè Colbert, si spalanca a un’oasi di viste sulla città e pace, che si tratti di un aperitivo, oppure di una colazione gourmet. Senza dimenticare che ai piedi della mitica Scalinata, da Babington’s, in una rarefatta atmosfera vittoriana, si beve grande tè e si mangiano piatti come a Bond Street.
La ricetta del cervello d’abbacchio fritto di Annibale Mastroddi, Antica Macelleria Annibale – Roma
«Tra colesterolo e orrore per le interiora, anche per colpa della mucca pazza, il cervello era sparito dalle nostre tavole. Per fortuna che adesso c’è il revival», sorride contento Annibale Mastroddi, macellaio romano di via Ripetta sconfinato nella competenza come nelle passioni.