In un futuro prossimo la carne d’insetto, coltivata in laboratorio, potrebbe essere un’alternativa sulle nostre tavole. Alternativa alla carne bovina “prodotta” in larga scala e responsabile di un impatto ambientale sempre meno ecosostenibile.
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E se l’alimentazione a base d’insetto è una realtà secolare nella tradizione orientale, e recentemente introdotta anche nella dieta occidentale, l’allevamento di insetti geneticamente modificati in laboratorio, oltre ad avere una maggiore sostenibilità ambientale, ha un apporto proteico simile alla carne tradizionale.
Tra i sostenitori di questa tesi ci sono i ricercatori della Tufts University, in America, che in uno studio pubblicato su Frontiers in Sustainable Food Systems, avanzano la possibilità di una produzione su larga scala, accelerata geneticamente, in grado di risolvere problemi futuri, come racconta un articolo di focus.it. Ma come in ogni cambiamento, che si preannuncia rivoluzionario, ci sono pro e contro.
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Iniziamo dai vantaggi. La produzione in laboratorio su larga scala sarebbe semplificata da studi precedenti per realizzare pesticidi, dal costo ridotto della soia o altri lieviti di coltura cellulare per la crescita degli insetti. Una crescita più veloce rispetto ai mammiferi e meno costosa (ma non ora). Inoltre le cellule d’insetto sembrano più ricettive rispetto all’optogenetica, tecnica di ingegneria genetica che modifica la consistenza carnosa degli insetti.
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Oltre al discorso puramente tecnico, permane però un problema di gusto della carne. Gli scienziati per ora sono cauti al riguardo, perché gli esperimenti in laboratorio sono appena agli inizi. E il sapore sarebbe l’ultimo dei problemi. Probabilmente più simile al granchio o gambero, e comunque anche su questo si potrebbe intervenire.
Per quanto riguarda gli svantaggi. In primis un problema culturale ed etico, poiché non tutti sarebbero disposti a mangiare insetti prodotti in laboratorio e comunque carne. E quello produttivo, lento e non meno impattante, (per ora) dal punto di vista energetico ed inquinante rispetto all’allevamento di animali.
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