I biscotti hanno una storia molto antica e appartengono di diritto al rapporto stretto tra l’uomo e la gola, sia nel suo aspetto più intimo e privato che per quanto riguarda le grandi festività. Tante le forme possibili, dalle cialde ai prodotti di pasta di mandorle di palese derivazione araba attraverso la Sicilia, senza dimenticare tutti quei biscotti addizionati di spezie e addolciti col miele di produzione medievale.
A Roma, il gusto per i biscotti trova un magnifico interprete in Pietro Gentilini, fondatore nel 1890 di una impresa in via Alessandria. È in quella piccola fabbrica laboratorio che viene elaborata e modificata la ricetta di un prodotto inglese di successo, il biscotto Oswego, per regalare alla prima colazione dei romani, ma non solo, il celebrato Osvego tutto, anche nel gusto, italiano.
Appartiene di diritto alla storia del biscotto romano anche Cipriani, quattro generazioni di passione che dall’avo Pietro, che avviò un esercizio in via del Corallo, propongono oggi in via Carlo Botta all’Esquilino sapori e atmosfere di una volta. Lo stesso spirito da Roma di un tempo perduto caratterizza la vecchia bottega Innocenti nel cuore di Trastevere, quasi un frammento da “Poveri ma Belli”, anzi “ma Buoni”, con un repertorio di antiche squisitezze ancora intatte nella loro poesia.
La ricetta dei biscotti del lagaccio di Andrea Doria
Andrea Doria creò un lago artificiale sul colle di Granarolo, lo chiamarono il Lagaccio. “Nascono lì nel ‘900 i biscoti Lagacci”, spiega Gianni Ruggiero, genovese doc.