«I carboidrati sono il “carburante” che ogni atleta maggiormente utilizza. Che pratichi attività fisica e sportiva a livello amatoriale o agonistico non importa. Prima di un allenamento, di una gara, di un esercizio o di una competizione, deve assumerli perché l’impegno fisico richiede di essere supportato da un adeguato apporto energetico.
Possono però esserci differenti approcci alimentari tra uno sport e l’altro. Anche nelle diverse fasce di età a seconda se si è bambini, adolescenti, giovani, adulti o anziani. Inoltre negli sport che richiedono forza va posta un’attenzione particolare anche all’apporto proteico». Così Attilio Parisi, consigliere nazionale della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) e rettore dell’Università degli Studi di Roma Foro Italico, in esclusiva all’Adnkronos.
L’alimentazione
«L’alimentazione – spiega Parisi – ha due grandi finalità: soddisfare il fabbisogno energetico e supportare il rinnovamento e la crescita cellulare. Già questo ci fa comprendere come il fabbisogno energetico aumenti in relazione all’attività sportiva che pratichiamo e come esso si modifichi nei diversi periodi della vita. Gli anziani, ad esempio, devono prediligere un’alimentazione in cui l’apporto proteico sia leggermente superiore a quello normale. Ciò per contrastare la ‘sarcopenia‘, processo legato all’invecchiamento fisiologico che comporta una graduale perdita di massa muscolare e che incide sulle capacità di movimento e quindi sul normale svolgimento delle attività della vita quotidiana».
Anche chi pratica sport e attività fisica, giovane o anziano che sia, dal punto di vista alimentare commette facilmente degli errori. «Sicuramente tra i più ricorrenti – afferma Parisi – c’è quello di eccedere. Rispetto al dispendio energetico, ormai drasticamente diminuito nella popolazione italiana, spesso si assume una quantità di alimenti che è superiore a quella che in realtà è necessaria».
Le differenze
Secondo il consigliere nazionale della Fmsi, non vi sono particolari differenze qualitative nell’alimentazione di chi è impegnato nell’attività sportiva a livello amatoriale rispetto a chi la pratica da professionista. Piuttosto le differenze esistono da un punto di vista dell’apporto energetico come diretta conseguenza della quantità dell’allenamento. «Porrei, quindi, maggiormente l’accento sulla frequenza con cui noi ci alleniamo» sottolinea Parisi. «Paradossalmente un atleta amatoriale che si allena tutti i giorni più di una volta al giorno, e ciò capita frequentemente, ha le stesse richieste energetiche di un atleta professionista. È evidente che in questo caso dovranno essere curate tutte le tre fasi dell’alimentazione: prima, durante e dopo un allenamento».
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La regola delle tre ore
Un atleta, dunque, deve assolutamente nutrirsi adeguatamente prima di un esercizio fisico o sportivo. «Ma è necessaria una tempistica – sottolinea Parisi – che possiamo riassumere nella cosiddetta ‘regola delle tre ore’. All’atleta viene consigliato di assumere soprattutto carboidrati e fibre, e in alcuni casi proteine, almeno tre ore prima di iniziare un allenamento o una competizione».
I carboidrati
«Purtroppo – continua – quando si pratica sport a livello amatoriale, questa regola non viene quasi mai rispettata. Si finisce di lavorare e magari poco dopo si decide di fare una corsa piuttosto che una partita di calcetto o un allenamento in piscina. Per questo è importante far ricorso soprattutto a quegli alimenti indispensabili per supportare la pratica sportiva e facilmente digeribili. Essenzialmente i carboidrati. Chi decide di fare jogging al mattino presto, dovrebbe avere l’accortezza, la sera precedente di mangiare un buon piatto di pasta abbinato ad alimenti ricchi di fibre. Al mattino, prima della corsa, ricordarsi di assumere una barretta a base di carboidrati».
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