Se c’è una cosa che ho imparato sulla pizza è che la scelta della mozzarella fa davvero la differenza. Assaggiare le pizze dei finalisti del concorso Giovane Pizzaiolo dell’anno promosso da Il Mattino… me lo ha confermato!
Mangiare una vera pizza napoletana significa anche gustare una pizza fatta con fior di latte campano, proprio come vuole la tradizione. E parlando di tradizione… Sorì ne sa qualcosa! Ho avuto il piacere di saperne di più durante la finale del contest che si è svolto a Napoli ed è stata una bellissima scoperta!
La famiglia Sorrentino, ora alla quinta generazione, continua a tramandare i sapori e i saperi di una storia di famiglia iniziata nel 1868, quando Giuseppe Sorrentino prese un caseificio nel territorio di Battipaglia, mettendo a frutto l’esperienza acquisita nelle botteghe di Napoli adibite alla produzione della mozzarella di bufala.
Da lì ad oggi, la famiglia Sorrentino ne ha fatta di strada! Sorì è diventata una delle prime aziende al mondo nella produzione di Mozzarella di Bufala Campana DOP, confermandosi un punto di riferimento nel settore lattiero-caseario. In una breve intervista ad Antonello Sorrentino, CEO di Sorì, ho capito che il segreto è stato quello di “evolvere” ma senza cambiare.
Il “Metodo Sorrentino” che rende speciale la mozzarella Sorì
Mi spiego: Sorì si è evoluta, si è ingrandita, ma il metodo che l’azienda segue per preparare il proprio fior di latte è lo stesso di un tempo e ha un nome: Metodo Sorrentino. Si tratta di un processo di produzione autentico e paziente. Autentico perché preserva con cura il patrimonio storico e artigianale della tradizione casearia campana. Paziente perché ci vogliono fino a 14 ore per portare il fior di latte alla sua perfezione culinaria. Questo tempo, Antonello Sorrentino, CEO di Sorì, lo descrive come una “lenta e dolce attesa” che esalta tutti i sapori del latte, rigorosamente a km0!
Giovani talenti e antiche tradizioni
Le pizze dei partecipanti alla finale si sono confermate all’altezza delle aspettative, la giuria ha apprezzato gusti, farciture e abbinamenti. Nella competizione ogni sfidante ha preparato due pizze: una pizza a scelta tra Margherita e Marinara, classiche e intramontabili, e una pizza speciale con ingredienti a scelta. Tecniche diverse, pizze con cornicioni più o meno alti e tante varianti una più golosa dell’altra.
Questa finale del contest Giovane Pizzaiolo dell’anno mi ha dato l’opportunità di conoscere meglio l’antico e affascinante mondo della pizza napoletana, ma dopo questa giornata mi porta a casa anche un pezzetto di storia della tradizione casearia campana!