Perché il merluzzo viene chiamato baccalà

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    Monica Rizzo
    Monica Rizzo
    Cresciuta a pane e ristoranti (letteralmente) ho scoperto presto il mondo del cibo e della cucina. Spadellatrice seriale, i miei studi alberghieri hanno affinato le mie tecniche e le mie conoscenze. Oggi finalmente posso mettere a disposizione tutto quello che ho imparato con chi come me ama cucinare. Pronti a scoprire segreti e tips per rendere perfetti i vostri piatti? E allora seguite la mia rubrica “Trucchi e consigli”.
    Merluzzo

    Perché il merluzzo viene chiamato baccalà?

    Quando ci si avvicina al mondo della cucina e dell’enogastronomia, ci si imbatte spesso in termini e denominazioni che possono sembrare misteriosi. Una delle domande più frequenti tra gli appassionati è: "Perché il merluzzo viene chiamato baccalà?". Comprendere le origini e le differenze di questi termini non è solo una questione di curiosità, ma anche di cultura culinaria. Conoscere le specificità dei prodotti che utilizziamo in cucina ci permette di apprezzare meglio le ricette e di fare scelte più consapevoli.

    Perché il merluzzo viene chiamato baccalà?

    Il termine baccalà deriva dal latino "baculus", che significa bastone. Questo nome è stato attribuito al merluzzo quando viene salato e essiccato, un metodo di conservazione che risale a secoli fa. Il merluzzo fresco, infatti, è un pesce che si deteriora rapidamente, soprattutto in epoche in cui non esistevano i moderni metodi di refrigerazione. Per ovviare a questo problema, i pescatori del Nord Europa, in particolare i Vichinghi, iniziarono a essiccare il merluzzo al vento e al sole, trasformandolo in uno dei primi alimenti conservati della storia.

    Con il passare del tempo, questo metodo di conservazione si è diffuso in tutta Europa, arrivando fino al Mediterraneo. In Italia, il merluzzo essiccato e salato ha trovato un posto di rilievo nelle tradizioni culinarie di molte regioni, diventando un ingrediente fondamentale di numerose ricette tipiche. È importante notare che il baccalà non deve essere confuso con lo stoccafisso, che è sempre merluzzo, ma essiccato senza l’aggiunta di sale. La distinzione tra questi due prodotti è essenziale per la preparazione corretta delle ricette.

    In sintesi, il merluzzo viene chiamato baccalà quando subisce un processo di salatura e essiccazione. Questo metodo di conservazione non solo permette di mantenere il pesce per lunghi periodi, ma ne esalta anche il sapore, rendendolo un ingrediente prelibato e versatile. Se siete curiosi di sperimentare una ricetta con il merluzzo, vi consiglio di provare le polpette di merluzzo e patate, un piatto semplice e gustoso che esalta le qualità di questo pesce.

    Dunque, la prossima volta che vi troverete a preparare una ricetta con il baccalà, ricordatevi che state utilizzando un prodotto con una storia antica e affascinante, che ha viaggiato attraverso i secoli e le culture per arrivare fino alle nostre tavole.

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