Teneri e saporiti sono gli aggettivi che meglio descrivono i carciofi alla romana, tipico contorno della cucina della capitale. Insieme al carciofo alla giudia – altra specialità culinaria di Roma – rappresentano un’istituzione che non manca sulle tavole nel periodo tra marzo e maggio.
Tra le tantissime varietà che ci sono, i carciofi più adatti sono i romaneschi, anche detti mammole, di dimensioni maggiori e più tondeggianti, privi delle fastidiose spine interne.
Come cucinare i carciofi alla romana
La ricetta in sé non è troppo complessa, l’unico passaggio più delicato è quello della pulizia dei carciofi: eliminiamo le foglie esterne più dure, fino ad arrivare al cuore del carciofo dove le foglie sono più chiare, tendenti al bianco; con un coltello ben affilato rifiliamo la punta andando a creare una rosa o, in alternativa, facciamo un taglio netto per rimuovere la cima del carciofo; con un cucchiaino leviamo la barbetta interna e, per ultimo, rifiliamo i gambi andando a levare la parte più esterna che è la più coriacea.
Fatta questa operazione siamo pronti per il condimento: olio, mentuccia e prezzemolo. La cottura è importantissima: è fondamentale mantenere un’umidità costante che ci regalerà dei carciofi tenerissimi.