È in corso una trasformazione profonda dei nostri formati ordinari di ristorazione. Il ristorante tradizionale si semplifica e si complica: da luogo di pranzi e cene si dilata in spazio di fruizione per scandire le diverse ore e gli appuntamenti del giorno gourmet. Cresce la lista dei locali che schiudono i battenti alla prima colazione per richiuderli alle ore piccole, dopo aver servito ai clienti una cena gourmet, magari anche con spazio per l’after dinner.
Sempre più la location diventa spazio polifunzionale, che si presta a usare il ristorante come una casa. Come il Lanificio o Said, luoghi industriali riqualificati in relais per un’esperienza golosa a tutto campo. Lo stesso per i fratelli Pierluigi e Alessandro Roscioli: hanno trasformato una vecchia pasticceria in punto di aggregazione golosa. Si parte al mattino con caffè di qualità, maritozzi, cornetti di alta scuola, si va avanti con una offerta dove, ai celebri salumi e formaggi della casa, si uniscono prove d’autore riuscitissime e insuperabili su formati quotidiani.
È la qualità della materia prima applicata alle proposte, la nuova frontiera. Vale per il dinamico Momadi di Gastone Pierini. È il leitmotiv del nuovo segmento della ristorazione romana: divertire con qualità occupando gli spazi del giorno con proposte accattivanti e di carattere, che siano tentazioni britanniche di Babington’s o seduzioni francesi del Carré Français o del Caffè Propaganda.
La ricetta della tartare di Manzo di Annibale Mastroddi, Antica Macelleria Annibale – Roma
«Una vera tartare», spiega Annibale Mastroddi, storico e appassionato macellaio con bottega in via di Ripetta, «va tagliata a coltello e lavorata a lungo con la doppia spatola. La preparazione non deve essere frettolosa».
