La festa dei morti, sebbene associata a un momento di riflessione e ricordo, porta con sé antiche tradizioni gastronomiche che permettono di celebrare i propri cari in maniera gioiosa. Una di queste tradizioni riguarda un dolce chiamato fave dei morti.
Il nome “fave dei morti” può suonare un po’ macabro, ma in realtà questi piccoli biscotti hanno un significato profondamente legato alla festività. Sono chiamati “fave” a causa della loro forma, che ricorda quella dei semi di fava. In molte culture, la fava ha una connotazione simbolica legata alla morte e alla rinascita.
Fave dei morti: a ogni regione la sua tradizione
Come spesso accade con le ricette tradizionali, ogni regione ha la sua variante. Se nel Lazio l’impasto prevede mandorle, zucchero, uovo e aromi come il limone e il rum, nelle Marche si aggiungono spesso pinoli e uvetta, rendendo il dolce più ricco e profumato. In Umbria, si preferisce aggiungere un po’ di cacao all’impasto, dando alle “fave” un colore più scuro e un sapore più intenso. Nonostante le differenze regionali, ciò che accomuna tutte queste varianti è l’amore e la cura con cui vengono preparate, e il profondo significato che portano con sé.
Con questa breve panoramica sulle diverse interpretazioni di fave dei morti, passiamo ora alla ricetta tipica del Lazio, per poter riportare in tavola un pezzo della tradizione gastronomica di questa regione. Che sia in onore dei vostri cari o semplicemente per deliziare il palato, queste piccole prelibatezze sapranno conquistarvi.
E per tutti gli amanti dei dolci a base di frutta secca, ecco qualche idea da salvare per i prossimi pomeriggi d’autunno: