Nel cuore di un’ala del Palazzo Borghese, questo hotel rappresenta un’interpretazione contemporanea del lusso. Qui, la cura meticolosa dei dettagli è sottolineata da una raffinatezza che evita ogni ostentazione, permettendo ai clienti di immergersi in un’esperienza di eleganza su misura. Ogni aspetto dell’ospitalità è curato e supervisionato dalla sensibile direttiva di Martina Avitabile.
L’esperienza gourmet trova spazio di rilievo, sia negli accoglienti salotti interni che nel verde patio esterno, un’oasi di tranquillità e isolamento. Con una cornice così invitante, è naturale avvicinarsi con entusiasmo ai piatti del talentuoso chef Gabriele Muro, i quali rappresentano un viaggio tra i sapori del Mediterraneo e Roma, interpretati attraverso una sensibilità moderna.
Gabriele punta sulla freschezza senza mai rinunciare al gusto, ispirandosi ai ricordi della sua amata Procida. Si parte con un tris di melanzane in diverse consistenze, arricchito dalle noci di Macadamia e un tocco di pomodoro come umami. Poi si naviga attraverso i mari con un sandwich del pescato del giorno, seguito da linguine di Gragnano con carpaccio di scorfano e friggitelli.
Le influenze fusion emergono con il rombo al miso tartare e i takoyaki, mentre le carni vengono rappresentate da un Agnello dal carattere raffinato, servito con pane alle erbe, asparagi e kefir. Il finale è un ritorno alle radici con una mousse di limone abbinata a una composta di cioccolato bianco.