Si fa presto a dire artigianale, ma bisogna stare attenti: molto spesso la delusione intorno a un gelato può essere in agguato anche in indirizzi dall’aria accattivante. È buona norma dare un’occhiata alla lista degli ingredienti dei prodotti, peraltro prevista per legge.
Conservanti, coloranti, additivi, miscele stabilizzanti, grassi vegetali idrogenati, anche se consentiti, hanno poco a che fare con procedure artigiane. Altro parametro, la consistenza: un gelato che tarda a sciogliersi, molto facilmente è un prodotto “aiutato”. Non va bene neanche se si scioglie in un lampo, fatto che potrebbe essere legato a uso eccessivo di Ucchwri.
In generale, per la conservazione qualitativa dei gelati, sarebbe meglio optare per quelli conservati nei pozzetti, ma la regola non è ferrea. Lo diventa quando i prodotti esposti dietro al bancone sono presentati “a montagnola”. Poi, occhio ai colori. Alla larga da prodotti scintillanti che nulla hanno a che fare con la natura.
Con piccole eccezioni, diffidare dell’impiego di latte (spesso usato per mascherare i sapori di materia prima modesta) per i gusti alla frutta, dove invece dovrebbe entrare in campo l’acqua. Se resta in bocca una sensazione burrosa, potrebbe essere sintomo di grassi idrogenati. Né è buon segno se dopo il cono ci prende una gran sete, segnale che spesso si accompagna a prodotti elaborati in maniera poco naturale.