Paese che vai, cibo (pseudo) italiano che trovi. Ovvero come mettersi le mani fra i capelli, chiudendo assolutamente la bocca, quando si va in vacanza all’estero e al ristorante o al supermarket di turno ci si imbatte in souvenir gastronomici improponibili. Nel senso che invece di ricordarci il made in Italy, la nostra terra di sapori doc, finiscono solo con l’allontanarla anni luce. Si tratta dei cibi tricolore “stravolti” fra fake food, Italian sounding e riadattamenti locali. Soprattutto in America, ma anche in Europa.
Al primo posto la pasta in scatola o in barattolo, espressa, pronta per l’uso. Basta aprire la confezione, gettare nella pentola il contenuto di non si sa quale ricetta ed è bell’e pronta (si fa per dire).
Pesto di limone con noci e basilico, un primo piatto dal profumo pazzesco
Praticamente più che un errore culinario un orrore per tutti gli appassionati di questo nostro tesoro che non ne ammetteranno mai questo uso improprio, al pari di un’arma anti appetito. Cosi come lo è l’idea che la pasta con il ketchup sia normalmente mangiata da tutti gli italiani, perché comunque di pomodoro si tratta. O che sia comune da noi portare in tavola le pennette con il pollo o con le polpette. Invenzioni di tutto punto, e tutt’altro piatto.
Poi c’è l’immancabile falso per nulla d’autore, l’ormai famosissimo Parmesan che viene “spruzzato” praticamente su ogni primo piatto che abbia sembianze italiche. In comune con l’inimitabile Parmigiano Reggiano ha solo le prime quattro lettere del nome. Per smascherarne i fake di recente un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica di Piacenza ha elaborato un metodo per scovare le sue imitazioni, ai danni dei tesori del Bel e Buon Paese, attraverso l’impronta chimica possibile con una tecnica innovativa “l’analisi metabolomica”.
Frittata di cipolle, la ricetta come da tradizione
Quindi la pizza, che oltreoceano spesso è un mix di accostamenti più o meno azzardati. Si va da quella con l’ananas e prosciutto a quella ai “pepperoni” che, va ricordato a chi la chiede a New York e dintorni, non è fatta con i classici peperoni ma con fette di salame piccante.
Nella lista dei piatti rivisitati, non proprio ad arte, rientrano anche le mitiche fettuccine all’Alfredo, italianissime, di Roma perché create nel 1907 da un cuoco trasteverino Alfredo Di Lelio che aprí il suo ristorante a via della Scrofa per poi cederlo ai camerieri e aprirne un altro con gli eredi a piazza Augusto Imperatore.
Pesto di rucola e mandorle, la variante super fresca e aromatica del classico pesto
La ricetta, segreta, prevede una particolarissima mantecatura a base di doppio burro e parmigiano. Ed è diventata piu famosa negli States che da noi, tanto da far credere ai più che l’origine di questa pasta speciale sia americana doc. A ben vedere, e mangiare, però la versione d’oltreoceano è parecchio differente dall’originale, essendo la pasta in questione affogata nella panna con una serie di ingredienti in più a scelta, come funghi, pollo o gamberetti, assenti nelle fettuccine romane.
Degne di nota anche le abitudini che dovrebbero essere italiane e che invece vengono rivedute e molto corrette dagli stranieri, tipo il cappuccino preso come fine pasto, al posto del caffè.
Pasta con melanzane e pomodorini: la ricetta colorata e saporita