Oggi il Tufello e i territori adiacenti si sono profondamente trasformati, aprendosi ai sapori del mondo e agli spostamenti della popolazione. In origine, tuttavia, sul principio degli anni ‘30 quando il quartiere prese forma, non era infrequente trovare nelle case antichissime ricette romane tramandate nel tempo. Non va infatti dimenticato che il quartiere divenne destinazione di moltissimi ‘sfollati’ dal centralissimo Borgo in occasione delle grandi demolizioni che seguirono i patti Lateranensi e la costruzione di via della Conciliazione.
Le ricette romane in questo verace locale del Tufello sono prese molto sul serio, a partire dalla scelta delle materie prime, che fanno la differenza anche nei piatti poveri. Un primo segnale è nell’assoluta artigianalità casalinga della pasta. Un caso per tutti è l’amatriciana.
È vero che i puristi amano osservare che Amatrice non era in territorio romano, ma è non meno vero che lungo le vie dei commerci, questo modo di condire la pasta era penetrato nell’Urbe già dai tempi del Papa Re.
Dalla più ancestrale ‘gricia’ (senza pomodoro) l’amatriciana si impose come un piatto potente, da scarpetta, quasi a volerne sottolineare la natura povera, ma sontuosa, di piatto unico.