La pasta allo scoglio è diventata ormai un classico, specie nella cucina del Sud. Nel tempo, tuttavia, quella che era una ricetta povera, si è travisata per acquisire una sua veste sontuosa nella quale viene impiegato tutto il meglio di quello che offre il mare. Non per caso anche il nome della ricetta si è nobilitato in “marinara”, ovvero “ammiraglia”.
Ma la verità è che questa ricetta nasce povera: si prendevano, ai tempi in cui non si commettevano crimini ecologici, pezzetti di scoglio, con tutto il loro contenuto di flora e di fauna marina, e si faceva un fantastico soffritto che regalava a una pasta, con poca spesa, tutti i profumi del mare.
Oggi è diverso, e lo scoglio è diventato un trionfo di mare. Meglio ancora se la salsa è accompagnata dagli scialatielli, una pasta acqua e farina che si dice nata alla fine degli anni ‘70 grazie alla fantasia dello chef amalfitano Enrico Cosentino.
Il borgo di Sperlonga appartiene culturalmente al distretto borbonico della cucina. Il Mare e gli orti si concludono così nella tiella, felice torta rustica, che esprime al meglio la gastronomia locale.
Così, la riviera associata ai viaggi di Ulisse (da non perdere un passaggio al fantastico Museo) è diventata oggi un luogo felice di approdi vacanzieri, col valore aggiunto della bellezza del mare e della e della piacevolezza di una cucina forte nel suo spirito delle radici.