Almeno il 60% dei 600 mila italiani affetti da celiachia non ha ancora ricevuto una diagnosi. C’è dunque tanto da fare e tante informazioni da dare per far conoscere questa condizione (che non è intolleranza, né allergia al glutine) e far uscire dall’ombra le persone ancora in attesa di diagnosi.
Per questo l’Associazione Italiana Celiachia ha dedicato alla patologia nove giorni di approfondimento dal 13 al 21 maggio. «È stato un appuntamento fondamentale – afferma Rossella Valmarana, Presidente dell’Associazione Italiana Celiachia – per fare una corretta informazione e sfatare gli ancora troppi falsi miti e fake news che portano a sottovalutare una malattia severa e fortemente sottostimata.
La diagnosi precoce è cruciale per prevenire le complicanze della celiachia. Nella Legge di Bilancio 2023 è previsto un investimento economico per uno screening che identifichi bambini e ragazzi a rischio di sviluppare celiachia o diabete di tipo 1 (spesso le due condizioni sono associate) e che potrà contribuire a far emergere il sommerso dell’iceberg della celiachia».
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Celiachia, la genetica
La celiachia è una patologia cronica autoimmune sistemica scatenata in soggetti geneticamente predisposti (HLA DQ2/DQ8) dal glutine, un complesso proteico presente in tanti cereali (frumento, segale, orzo, farro, couscous, tabulè, seitan). Colpisce più le donne degli uomini ed in netta crescita.
Assumere alimenti e bevande (ad esempio la birra, anche se sul mercato oggi si trovano birre “gluten-free”) contenenti glutine porta il sistema immunitario ad attaccare l’intestino tenue e un’esposizione ripetuta a questa proteina danneggia progressivamente questa parte dell’intestino, portando a malassorbimento di alcuni nutrienti e minerali. Oltre a conseguenze anche gravi.
L’unica terapia per il momento consiste nell’eliminare completamente il glutine dalla dieta per tutta la vita, stando attenti ad evitare anche le contaminazioni. Per quanto riguarda gli alimenti confezionati, bisogna cercare in etichetta il marchio “Spiga Barrata”, il simbolo col quale AIC comunica la sicurezza di un prodotto, cioè l’assenza di glutine. Nessun problema viene invece dai cosmetici e dai prodotti di detersione per la pelle perché il glutine è pericoloso solo se ingerito.
La celiachia può dare sintomi di gravità variabile nel tempo. I più frequenti sono dolori addominali, gonfiore, e diarrea cronica (o al contrario stipsi), nausea e vomito.
Tra i sintomi extra-intestinali, forte astenia (affaticamento), perdita di peso, depressione o al contrario stato ansioso, dolori articolari, afte alla bocca, neuropatia periferica (un danno alle terminazioni nervose delle estremità che si manifesta con formicolio alle gambe e ai piedi) e la comparsa di gravi lesioni cutanee (dermatite erpetiforme).
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I deficit
Possono inoltre comparire una serie di sintomi secondari legati a deficit nutritivi vari, ad esempio anemia da malassorbimento di ferro e deficit di vitamine B12, D e K. Un bambino non diagnosticato presenterà problemi di crescita, danni allo smalto dei denti, alterazioni dell’umore e pubertà tardiva. Per conoscere la propria diagnosi è fondamentale non eliminare il glutine dalla propria dieta prima di aver completato tutti gli accertamenti, compresa la biopsia intestinale.
L’American College of Gastroenterology all’inizio dell’anno ha aggiornato le linee guida sulla celiachia. Il gold standard della diagnosi, sia per i bambini che per gli adulti, resta la gastro-duodenoscopia con biopsie della mucosa dell’intestino tenue (prese dal “bulbo” e dalla parte distale del duodeno). Nei bimbi però può essere presa in considerazione una diagnosi non bioptica, quando l’esame del sangue rivela livelli di anticorpi anti-transglutaminasi (IgA TTG) dieci volte superiori ai limiti normali e la positività degli anticorpi anti-endomisio.
Gli stessi criteri valgono per gli adulti che non vogliano o non possano sottoporsi a gastroscopia. Una volta fatta la diagnosi, lo scopo del trattamento è ottenere la guarigione dell’intestino tenue, danneggiato dall’esposizione al glutine. E al momento non c’è altro da fare che eliminare il glutine dalla propria dieta, seguendo le indicazioni di un dietologo esperto.
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I bambini
Anche se sono molti i cereali permessi (riso, mais, miglio, quinoa, grano saraceno, sorgo, ecc), si tratta di un regime alimentare che ha un impatto importante sulla vita di una persona (e ancor di più su quella di un bambino o un adolescente), per questo va discusso in maniera approfondita con i pazienti.
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