Trattoria con tutte le lettere maiuscole, questo straordinario luogo di cultura gastronomica in un borgo al limitare estremo fra Lazio e Ciociaria. È qui che gourmet da tutta Italia trovano una felice capacità di vivere la tradizione in maniera dinamica: da un lato l’immenso patrimonio di ricette e di cultura materiale della memoria, dall’altro un’interazione intelligente con la rete di piccole, grandi eccellenze del territorio.
Una tavolozza che spazia dalla sapienza contadina ai fornelli con sapori netti, ancestrali, e dall’altra prodotti come il fagiolone di Vallepietra, il maiale nero della Val Comino, la frutta e le verdure selvatiche di Paliano. Sotto le volte di pietra e mattoni di antichi granai riqualificati va in scena ogni giorno un racconto emozionante del buono, che è anche racconto di una storia di una famiglia unica nella sua devozione ai riti del cibo.
In principio Maria e Arcangelo, nel 1910 con trattoria al Pigneto prima di sbarcare a Olevano, poi Primo e Rita e oggi Giovanni Milana che, dopo aver girato il mondo, è tornato nel suo borgo per portare passione e tante nuove esperienze. I piatti da provare sono tutti di violenta convocazione.
Ecco allora il fiore di zucca intemperato farcito alla ricotta con zucchine trifolate e pomodorino confit, gli inarrivabili, storici cannelloni ripieni al pasticcio di vitellone gratinati al sugo di pomodoro San Marzano e fiordilatte artigianale mozzato a mano, la braciola di maiale nero brado alla brace al fondo BBQ con peperoni arrostiti, cipolle marinate e cremoso di carote agli agrumi.