È passato ormai quasi mezzo secolo da quando (era il mese di giugno del 1974) il ristorante Hamasei ha portato la grande cultura gastronomica giapponese nel cuore di Roma. Da allora l’orizzonte del gusto dei romani si è proiettato nella nuova dimensione di questa grande cucina orientale, anche grazie al suo carattere di alimentazione sana e leggera. Così, nel tempo, dai primi passi curiosi nel pianeta sushi, siamo arrivati all’esperienza della grande cucina.
Successi da esempi da Kohaku in via Marche, creatura di Sabrina Bai, dove i gourmet hanno uno spazio al banco per vivere in diretta i piatti della raffinatissima cucina Kaiseki, un’occasione unica per un’esperienza dove estetica rigorosa e piaceri del palato si fondono in un unicum irripetibile.
Ma il Giappone a Roma può essere esperienza trendy con piatti gastro-chic di grande suggestione, come succede da Zuma nel Palazzo Fendi, senza dimenticare che, in giro per Monti, ci si può imbattere in Maido, tempio dello street food giapponese e degli okonomiyaki, le tipiche frittelle agrodolci. Non manca una puntata finale nel mondo dei dolci: basta fermarsi in Prati da Hiromi Cake e provare gli irresistibili dorayaki (una sorta di pancakes uniti da creme o marmellate), oppure i ghiotti wagashi di pastella ripieni di confettura di fagioli rossi azuki.
