È arrivato il Natale e i grandi chef puntano a coccolare, non meno che a stupire, con menù di impatto. Un pizzico di tradizione, materie prime eccezionali, fantasia, apertura al mondo e il gioco è fatto. Basta guardare i menù messi a punto da Andrea Antonini, oggi il talento più emozionante ed esplosivo in città, che per la Vigilia se la gioca con piatti come il calamaro alla milanese, le orecchiette cime di rapa, ricci di mare e pecorino o la millefoglie nocciole e cachi.
Vigilia tradizionale, come nella nativa Formia, da Chinappi, a due passi da Porta Pia dove La Sapienza borbonica si vede tutta nella tiella broccoli e calamaretti. Sempre per la Vigilia, anche Giulio Terrinoni chef di Per Me, dietro a via Giulia, se la gioca sulla citazione di un classico rivisitato, come la picchiapò applicata a una cernia, invece che a un lesso di manzo.
A due passi, risponde per il pranzo di Natale, Alessandro Borgo, chef di Giulia Restaurant, spazi raffinati da casa privata e un menù dove spicca un risotto al Castelmagno piccione e uva da leccarsi i baffi. Sempre il giorno di Natale, per chi non vuole rinunciare alle eccellenze regionali, niente di meglio che il menù di Elisabetta Guaglianone giovane chef di Proloco Trastevere che non teme di misurarsi con le trappole della memoria proponendo cannelloni e abbacchio.