Paura dei risultati della bilancia in vista delle feste? È quasi fatale, per quante siano le precauzioni assunte e le piccole astinenze praticate. Il vero punto, però, è quello che colpisce i golosi, ovvero come trovare soddisfazione gourmet senza caricarsi troppo? La classica cucina romanesca, è ovvio, non aiuta, ma ci sono anche felici opportunità. Basti pensare alla meravigliosa insalata di puntarelle che alla Vecchia Roma di piazza Campitelli trova una delle sue più gioiose interpretazioni in città.
Inutile dire che tutto il filone tra fusion e sapori vegetariani o vegani aiuta non poco. Qui le opzioni sono davvero molte e vanno dai piatti ricchi di citazioni fusion della Stazione di Posta a Testaccio al gioioso Cat Bistrot dove si mangia ottimo vegano in compagnia di una piccola colonia di educatissimi mici.
O ancora, si può giocare con le belle proposte crudite di Cru.Dop a Cinecittà, oppure coi piatti colti e golosi, certificati per la natura assolutamente bio degli ingredienti, proposti al Convivio Troiani dietro a piazza Navona, o ancora con gli smoothies e le variazioni creative, nella cornice di una galleria d’arte, proposte nel modaiolo Margutta RistorArte, storico vegetariano e vegano della Capitale.
La ricetta dello spezzatino alla giapponese di Annibale Mastroddi, Antica macelleria da Annibale – Roma
Il sor Annibale Mastroddi è stato tra i primi a valorizzare il wagyu, la razza di manzo che a Kobe, in Giappone, diventa culto. «È facile giocarsela sui tagli nobili – esordisce – ma provate anche una roba povera come il reale, che è poi una parte del collo che si adatta a fare uno spezzatino fantastico, anche alla giapponese».