Dal 2023 potrebbero essere introdotte a livello comunitario, le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio dei primi prodotti alimentari sintetici. Carne e pesce prodotti in laboratorio e non più frutto di allevamenti in natura o nel mare. Anche il cibo, come lo conosciamo ora, potrebbe diventare un lontano ricordo, se multinazionali e colossi dell’hi-tech inizieranno ad investire su questo nuovo settore, sulla spinta dell’Ue e di quanto sta già avvenendo negli Stati Uniti.
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Cibo sintetico: cosa mangeremo?
Coldiretti, per evitare che il cibo Made in Italy sia costretto a competere con del cibo sintetico, ha iniziato una raccolta firme in tutta Italia. L’obiettivo è di promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia.
Negli Stati Uniti, la società americana Beyond Meat ha già iniziato la produzione di carne sintetica che sarà commercializzabile in America già nel secondo semestre del 2023. Ci sono colossi della finanza come Bill Gates, Eric Schmidt, co-fondatore di Google, Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) tra i sostenitori del sintetico.
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False verità
Secondo il Punto Coldiretti, «la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche. Non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali. Non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare».
A rischio non sarebbe solo la bistecca, perché ci sono aziende come la Remilk che vuole aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico, mentre in Germania si lavora a bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare.
«Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali. Con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione» sono le parole del presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
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