Cambia, col tempo, e con l’avvento delle nuove generazioni di “foodies”, anche la fisionomia delle classiche gite fuori porta. Non che le gioiose abbuffate delle famiglie e delle comitive di amici siano scomparse, anzi, ma oggi sempre più spesso si vedono chef stellati che si giocano la strada della cucina di paese.
Un caso perfetto è Adriano Baldassarre che a Tivoli si diverte a Li Somari, una vecchia stalla dove scatenare la fantasia lungo sapori tosti come la treccia di pajata. Altro stellato, Lele Usai, altro esperimento: in una poetica ansa del Tevere a Fiumicino per il pranzo di mezzogiorno si pratica cucina “pop con gusto”. Ci sono gli spaghetti alle vongole e le fritture, ma anche piatti che strizzano l’occhio alla cucina “alta”.
Piatti rigorosamente della tradizione si servono all’Agriristorante Il Casaletto, dove la modernità è il ritorno rigoroso all’antico. Maiali allevati come una volta, uso sapiente del lievito madre, ricette solide e commoventi (pizze comprese). Modernità è anche superare di un balzo le strettoie del vinello della casa e curare invece una cantina di qualità, capace di prolungare in un balzo le emozioni della cucina. È quello che succede alla Trattoria del Cimino, dove da generazioni si servono grandi classici del territorio, salvo avere negli ultimi tempi messo a punto una raccolta di vini e distillati di livello.
La ricetta dei pici salsiccia e nocciole
Un sapore classico della Tuscia viterbese, le nocciole, si prestano bene per provare una ricetta semplice e gustosa.