Borraccia, bottiglia colorata soprattutto di alluminio ma anche di ceramica o vetro. È l’oggetto “green” più trendy del momento. Le borracce sono sempre più diffuse con il nobile obiettivo di ridurre l’uso delle inquinanti bottigliette usa e getta, ampiamente rappresentate nelle “isole di plastica” individuate nei mari. Insomma oggetti che fanno bene all’ambiente. E anche alla salute, a patto che si usino alcuni accorgimenti di igiene: il contenitore monouso, infatti, se non adeguatamente pulito può accumulare microrganismi ambientali.
«Bere acqua del rubinetto è scelta sana oltre che ecologica – spiega all’AdnKronos Salute Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene dell’università di Pisa – perché si tratta di acque controllate costantemente. Si deve avere solo l’accortezza di pulire la borraccia, e soprattutto asciugarla, dopo averla usata durante la giornata. L’umidità e il calore favoriscono infatti la crescita di funghi e alghe. Dobbiamo poi insegnare a bambini e ragazzi a non scambiarsi le borracce, perché diventerebbero veicolo di malattie ben più problematiche, a partire dall’influenza». Qualche rischio in più si ha se si versano nella borraccia bevande zuccherate senza sciacquarla subito dopo. «Questo perché gli zuccheri sono dei forti nutrienti, anche per i batteri», ricorda l’esperto.
La pulizia della borraccia
Quando non si pulisce adeguatamente la borraccia per qualche giorno, può capitare di vedere incrostazioni scure e «il nero che si vede – precisa Lopalco è formato da funghi e alghe, microrganismi ambientali non particolarmente pericolosi. Anche se, ingeriti in alte quantità, possono provocare malesseri». In generale, però, la manutenzione è molto semplice: «Bisogna solo sciacquare bene, magari con acqua calda, il contenitore, e farlo asciugare a testa un giù. Di tanto in tanto si può utilizzare un disinfettante apposito (come quelli per i biberon)», suggerisce lo specialista. La pulizia della borraccia è uno dei fattori più importanti per la salubrità dell’acqua.
Ed è bene scegliere un contenitore che ci consenta di verificarla. In questo senso «sono preferibili bottiglie con la bocca più larga, che possano essere controllate all’interno, diano modo di essere puliti con gli appositi spazzolini e possano essere, di tanto in tanto, lavati in lavastoviglie o disinfettati», spiega all’AdnKronos Salute Luca Lucentini, direttore reparto Qualità dell’acqua e salute dell’Istituto superiore di sanità.
Il materiale
Importante anche il materiale. Vanno bene, elenca l’esperto, «alluminio, vetro, ceramica o plastica di ultima generazione, come il tritan. Non vanno invece assolutamente utilizzate più volte le bottigliette di plastica usa e getta, che non sono state testate per il riuso». Per quanto riguarda infine l’acqua del rubinetto, «è sicura, controllata fino al rubinetto, con standard rigorosi. È altrettanto sicura quella che esce dai chioschi d’acqua e dai punti acqua che si stanno diffondendo, per strada o nei locali. Importante, però – raccomanda Lucentini – non tenere più di 24 ore l’acqua nel contenitore, perché gli standard di sicurezza si abbassano».